Tra le figure più ricercate dalle aziende troviamo il/la Social Media Manager (SMM), professionista che ha il compito di gestire e promuovere la presenza online di un’azienda sui social media e molto altro. Ma come lavorare in questo ambito?

Oggi ci sono due possibilità:

  1. da dipendente (in agenzia o in azienda);
  2. da autonom*:
    • occasionale (applicando la ritenuta d’acconto);
    • freelance con partita iva;
    • in cooperativa.

Andremo quindi a esplorare le opzioni concentrandoci soprattutto sulla parte del lavoro autonomo. Prima di iniziare possiamo anche aggiungere che ci sono varie definizioni del lavoro del Social Media Manager (che a volte viene anche sovrapposto al Community Manager) e che ci sono varie risposte, tra cui anche quella recente dell’ANSMM (Associazione Nazionale Social Media Manager) che si può leggere nella pagina statuto.

Chi è il/la SMM

Il ruolo del SMM è diventato sempre più importante (e confuso) negli ultimi anni, poiché l’uso dei Social Media da parte delle aziende è diventato sempre più diffuso ed eterogeneo.

Pensiamo agli albori della gestione dei Social Media, tra il 2006 e il 2010:

  • esistevano poche piattaforme;
  • le funzionalità erano molto limitate (sia per design che come possibilità promozionali tramite ads);
  • gli obiettivi erano soprattutto di awareness (si cercava la crescita dei fan/follower dato che la reach organica era molto alta se paragonata ad altri canali).

In questo periodo la persona che gestiva i Social poteva coprire tutti gli aspetti di gestione dei canali: creazione dei contenuti, pubblicazione dei post, risposte alle persone, reportistica… attività complesse ma non impossibili.

Saltiamo al 2024 e in più di 10 anni:

  • le piattaforme sono aumentate per numero (pensiamo solo all’ultima arrivata, Threads verso la fine del 2023);
  • le piattaforme esistenti (Facebook, Messenger, Whatsapp, Instagram, LinkedIn, TikTok, YouTube, Vimeo, Reddit… ) sono diventate più complesse;
  • oggi esistono professioni verticali per singola piattaforma, per tipologia di contenuto o per ruolo.

Questa proliferazione è quello che ha portato a una confusione sull’attività svolta dal Social Media Manager che oggi può coprire vari ruoli che in passato non esistevano e che oggi sono vere e proprie professioni verticali: Analytics Expert, Performance Specialist, Content Manager, Digital Strategist etc.

Il lavoro come Social Media Manager è quindi molto stimolante e creativo, ma può anche essere molto stressante date le aspettative. Dovendo dare una definizione abbastanza ampia possiamo dire che:

un/una SMM si occupa della gestione dei canali social di un’azienda al fine di raggiungere alcuni risultati in funzione di obiettivi specifici.

Definito il ruolo, vediamo come lavorare da SMM.

Social Media Manager da dipendente

Per lavorare come Social Media Manager la prima risposta è quella di iniziare il proprio percorso in maniera tradizionale lavorando in agenzia di comunicazione o in azienda. I vantaggi sono molteplici: disponibilità di senior, possibilità di vedere progetti strutturati, imparare il mestiere molto rapidamente.

D’altra parte, anche se oggi molte agenzie sono andate verso un modello più equilibrato di work-life balance, è possibile anche imbattersi in realtà che potrebbero vedere le persone come risorse da “spremere”.

Eventualmente è possibile fare un periodo di prova per capire se questo è il mondo/settore in cui vogliamo lavorare.

Social Media Manager come autonom*

In maniera opposta al lavoro come dipendente con una forte direzione dall’alto, troviamo tutte quelle forme di lavoro nelle quali il/la professionista gode di una forte autonomia.

Possiamo scegliere quindi tra prestazione occasionale, la partita IVA o la Cooperativa.

Social Media Manager con prestazione occasionale

La prestazione occasionale (con ritenuta d’acconto) è uno dei modi per iniziare a lavorare (o più correttamente farsi pagare) per svolgere l’attività di Social Media Manager.

Si tratta di una modalità di lavoro con due limiti significativi:

  • volume d’affari annuo (fatture emesse) 5.000 euro totali;
  • 2.500 euro annui per lo stesso committente.

In generale la prestazione occasionale con ritenuta d’acconto è una modalità di collaborazione nella quale il committente, ricoprendo il ruolo di “sostituto d’imposta”, effettua i versamenti di quanto dovuto dal professionista in termine di “acconto” IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), al posto del Social Media Manager.

La ritenuta d’acconto, pari al 20% del volume d’affari lordo, è l’importo che il committente trattiene dal compenso pattuito con il SMM. Tale somma verrà versata all’Erario entro il 16 del mese successivo al pagamento del compenso.

Questa modalità è sicuramente molto agile, in quanto permette al Social Media Manager la veloce attivazione di diverse collaborazioni senza l’apertura di una partita IVA, purché la prestazione sia saltuaria, non continuativa nel tempo e non organizzata.

È necessario fare attenzione in fase di dichiarazione dei redditi perché tutte le prestazioni occasionali soggette a ritenuta d’acconto vanno dichiarate.

Per collaborazioni più durature nel tempo, il Social Media Manager avrà dunque di fronte a sé due strade: l’apertura di una partita IVA o l’ingresso in una cooperativa di settore.

Social Media Manager con partita IVA

Per lavorare in maniera continuativa come Social media Manager è necessario aprire la partita IVA.

Aprire la partita IVA è completamente gratuito. È sufficiente compilare il modello AA9/12 e inviarlo telematicamente di persona o tramite un intermediario o presentarlo fisicamente all’Agenzia delle Entrate.

All’interno del modello andrà indicato il codice ATECO, ossia il codice che identifica il settore merceologico o professionale in cui si lavora.

I codici ATECO più adatti alla professione di Social Media Manager, non esistendone uno specifico, sono;

  • il 70.21.00 (pubbliche relazioni e comunicazione attività per conto terzi volte a migliorare l’immagine pubblica di un’organizzazione o di un’impresa);
  • il 73.11.01 (Ideazione di campagne pubblicitarie).

Con la partita IVA è possibile aggiungere più codici ATECO.

Dopo aver ottenuto il numero di partita IVA, è necessaria l’iscrizione alla Cassa Previdenziale di appartenenza, nel nostro caso la Gestione Separata dell’INPS per il versamento dei contributi previdenziali (pensione). La Gestione Separata INPS si versa in percentuale in base al volume d’affari prodotto e a consuntivo in sede di dichiarazione dei redditi. Va da sé che se non si percepiscono compensi non si versano né contributi previdenziali né IRPEF.

Quella di Social Media Manager è una professione per lo più individuale e per questo motivo ci su può avvalere del regime contabile forfettario.

Regime Forfettario

Per aderire al regime forfettario occorre che il volume d’affari annuo sia minore/uguale a 85.000 € annui. Se tale soglia viene superata, dall’anno successivo, sarà necessario passare al regime contabile ordinario. Per le partite IVA che aprono durante l’anno il volume d’affare di 85.000 € viene rapportato ai mesi di attività effettiva.

Il regime forfettario prevede l’applicazione di un’imposta sostitutiva (sostitutiva di IRPEF, IVA, IRAP, Imposta Regionale e Comunale) pari a:

  • 5% per i primi 5 anni di attività, riservato agli “startupper”, se si apre la partita IVA per la prima volta e non sia una mera prosecuzione di attività già svolta in precedenza come dipendente o da autonomo. È escluso il caso in cui si tratti di praticantato obbligatorio per l’accesso ad arti o professioni. Inoltre, è necessario non aver esercitato un’attività artistica, professionale o d’impresa nei 3 anni che precedono l’avvio dell’attività.
  • 15% aliquota ordinaria, per chi prosegue un’attività precedente e per coloro che hanno superato i 5 anni di agevolazione al 5% come Start-Up.

Dal punto di vista previdenziale il Social Media Manager in regime forfettario si deve iscrivere alla Gestione Separata INPS, versando i contributi pari al 26,23% del reddito lordo risultante in dichiarazione.

È chiaro che, come libero professionista, devi versare i tuoi contributi, accantonare le tue ferie, la tua malattia, pensare a tutte le burocrazie affidandoti o alle tue competenze o a una delle varie piattaforma o a un commercialista. Per coordinare le attività amministrative (gestione fatture, comunicazioni commercialista etc.), si devono mettere in conto alcune ore di lavoro dedicate, oltre all’attività di Social Media Manager.

A fronte di questa serie di vantaggi a livello fiscale (soprattutto nella fase di Start-Up) ci sono degli aspetti negativi:

  • non si possono scaricare i costi;
  • le detrazioni in sede di dichiarazione dei redditi diminuiscono in proporzione;
  • limiti per le collaborazioni lavorative (si può fruite di un massimo di 20.000€ di lavoro dipendente o occasionale).

Una riflessione utile è che il Freelance essendo un professionista che opera da solo in autonomia, gestisce totalmente la sua attività (ferie, maternità, contributi, amministrazione, marketing… ).

Social Media Manager in Cooperativa

Esiste infine una terza opzione, poco conosciuta, ovvero il Social Media Manager che svolge la sua attività come socio dipendente lavoratore all’interno di una cooperativa di autogestione (come Hypernova) con molti più vantaggi di una partita IVA.

Nella cooperativa di autogestione ogni socio è parte attiva dell’azienda detenendone una quota, in questo modo può organizzare al meglio il suo lavoro (autogestione) e condividere una serie di servizi con tutti i soci e le socie avere una serie di vantaggi a livello individuale e le tutele (del lavoratore dipendente).

La cooperativa pensa a tutta la parte amministrativa e gestionale:

  • accantona i tuoi contributi, TFR, maternità…
  • verifica i contratti stipulati all’esterno;
  • agisce per il recupero crediti;
  • busta paga puntuale erogata dalla Cooperativa;
  • e molto altro ancora.

In questo caso la componente di trattenute (tasse e contributi) sono quelle proprie del lavoro dipendente alle quali poi aggiungere la condivisione dei costi di gestione:

  • IRPEF: da 0 a 43% sul fatturato annuale effettivo (esclusi acquisti, diarie etc.) a seconda dello scaglione di reddito
    • da 0 a 28.000€ – 23%
    • oltre 28.000 fino a 50.000 – 35%
    • oltre 50.000 – 43%
  • INPS: 33% sul fatturato annuale effettivo (sempre escludendo acquisti, diarie, etc.);
  • Condivisione costi: 14% sul fatturato effettivo.

Se guardiamo solo alla componente di tasse e contributi questa soluzione appare meno conveniente rispetto al regime forfettario, ma in quei costi sono inclusi da un lato tutta la gestione della parte amministrativa (i servizi condivisi in cooperativa come contratti, recupero crediti, gestione busta paga etc.), dall’altra sono già incluse ferie, malattia, TFR, etc. che invece un/una professionista in regime forfettario deve ricordarsi di accantonare.

Un Social Media Manager ha quindi “meno autonomia” nella gestione del compenso, in quanto è già tutto accantonato, con il vantaggio di vedere erogata una busta paga, esattamente al pari del dipendente tradizionale.

Inoltre un dipendente in cooperativa può godere di diversi vantaggi come

  • recupero dell’IVA sugli acquisti;
  • deducibilità dei costi;
  • detrazioni fiscali (figli a carico, mutuo e ristrutturazioni, spese sanitarie…)
  • nessun limite sui collaboratori.

Sull’ultimo punto come SMM può capitarti di avere bisogno di creare un team di lavoro. Se un cliente ti chiede di realizzare video, grafiche, gestire un sito web, creare ADV… tu sicuramente hai tutte queste capacità, ma sei sempre una persona, con un tempo limitato: in cooperativa è possibile creare dei team tra soci e socie in maniera semplice e senza i limiti del regime forfettario.

Ogni situazione è a sé per cui a seconda del modo in cui si lavora potrebbe esserci più o meno convenienza economia: come potrai immaginare con tutte le norme sul lavoro è necessario analizzare ogni singolo caso.

Riepilogo

Per sintetizzare tutto quello che abbiamo detto fino ad ora abbiamo creato una breve infografica con le informazioni sui vari regimi e inserendo il modo in cui noi in Hypernova applichiamo la cooperativa di autogestione

Conclusioni

Confrontare i vari regimi è complesso in quanto ci sono delle differenze sostanziali ed è necessario valutare caso per caso per capire a seconda delle attività che vogliamo fare e del nostro modo di lavorare cosa può essere meglio.

Se vuoi approfondire e fare una valutazione di come potrebbe essere la tua situazione specifica possiamo sentirci: se ci scrivi dalla pagina contatti vediamo di organizzare una chiaccherata conoscitiva e una simulazione (ovviamente grauita).