Il futuro del lavoro si baserà sulla collaborazione.
Il sempre maggiore spazio accordato alle nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, porterà a una sempre maggior automazione dei lavori e dei processi ripetitivi e time consuming (tutti quelli a basso valore aggiunto).
Ciò permetterà di spostare il focus delle attività aziendali sulle interazioni tra le presone, favorendo lo sviluppo di creatività e innovazione.
Secondo un recente studio dell’MIT di Boston gli esseri umani sono per natura portati a collaborare. Necessitano, quindi, di ambienti e processi lavorativi che li aiutino a farlo, sprigionando il proprio potenziale. L’ufficio, che durante la corrente pandemia di Covid19 è stato sempre più spesso sostituito dal lavoro a distanza, tornerà a essere un luogo di lavoro chiave. Facilita infatti la connessione sociale, lo sviluppo della cultura aziendale e l’ innovazione.
La tecnologia favorisce la collaborazione
La maggior parte dei dipendenti europei pensa che gli uffici fisici non scompariranno del tutto, almeno nei prossimi 10 anni. Lo rivelano i dati raccolti dalla ricerca Ricoh “The future of work”. Secondo questa stessa ricerca, inoltre, il 54% dei lavoratori del continente vede in maniera positiva l’integrazione di IA, robotica e altri strumenti tecnologici nel proprio lavoro. A patto, tuttavia, che l’uomo e le connessioni umane restino centrali. Secondo David Mills, CEO di Ricoh Europe: “Le tecnologie, come ad esempio la Robotica, non si limitano a permettere ai dipendenti di concentrarsi su attività più importanti. Cambiano il modo in cui le persone interagiscono tra loro aumentando la creatività. Si tratta dunque di una grande opportunità per migliorare collaborazione e interazione”.
La collaborazione è fondamentale per generare innovazione e progresso. Senza di essa è infatti molto più difficile che si sviluppino nuove idee. Come descrive il giornalista e scrittore statunitense Steve Johnson in una sua Ted Talk, la maggior parte delle buone idee non nasce da singole intuizioni fulminee. Sono piuttosto lenti e laboriosi processi di ragionamento di gruppo e diverse piccole intuizioni che, messi a contribuzione, generano cambiamenti positivi.
Il cammino per integrare tecnologie che favoriscano la collaborazione è tuttavia ancora lungo. Nonostante infatti il potenziale delle tecnologie sia ormai ben noto, pare che soltanto il 38% dei dipendenti giudichi adeguate le strategie messe in campo dalla propria azienda.
Questo dato rafforza ancora di più l’idea che la collaborazione sia il futuro del lavoro: è fondamentale per coinvolgere le persone nello sviluppo di progetti e azioni efficaci.
Dalla cooperazione alla collaborazione
Ciò rappresenterà, nei prossimi anni, una sfida con cui imprese e cooperative dovranno confrontarsi. Dovranno passare da un sistema cooperativo, in cui lavorare con gli altri è visto come necessario, a uno collaborativo. La mentalità collaborativa prevede infatti che i lavoratori scelgano spontaneamente di lavorare gli uni con gli altri per creare insieme nuove sinergie, opportunità e vantaggi condivisi.
Già molte realtà si stanno muovendo in questa direzione. Lo dimostra l’adozione sempre più diffusa di modelli di governance come l’agile, o il lean. Le cooperative, almeno sul piano teorico, si trovano avvantaggiate nell’approcciarsi a questa evoluzione. Per non perdere questo vantaggio, tuttavia, il mondo cooperativo deve cambiare prospettiva nella gestione e nell’organizzazione degli spazi e delle piattaforme lavorative.